Oppio Colnaghi - Pizzo d’uccello.

Tabella riassuntiva

       
Prima ascensione Nino Oppio e Serafino Colnaghi Anno 22 ott. 1922
Metri Climb 820m Altitudine 1781m punta
Tempo Climb 7.3h Esposizione Nord
Tempo Attacco ~ 1.40h Tempo Discesa ~ 1.30h
Diff. Globale TD Num. Soste 19 (variabile)
Difficoltà V, V+ Roccia marmo
Chiodatura chiodi Data rip. dom. 22/08/2021
Giudizio personale 9.5/10    

Posizione

Nord pizzo d’uccello, Alpi Apuane.

Descrizione

La via segue una linea logica e facile di camini, se avete dubbi durante la salita ricordatevi di scegliere il percorso più facile e logico: se è difficile siete fuori via, se non è un camino o una rampa, siete fuori via. Ci sono diverse soste intermedie, noi descriviamo quelle utilizzate. Le soste sono spesso in prossimità del tiro sucessivo, alla base di un camino, di un diedro o di una rampa.
I primi tiri sono i più facili.
La via è stata recentemente richiodata, sono stati tagliati tutti gli spit presenti ed ora è interamente a chiodi (vedi data di rip.)
Enjoy Climbing

Tiri:

  1. Aggirare subito lo spigolo sulla destra (1 chiodo) e salire per terreno facile, piegare a sinistra facendo un paio di passi su una placchetta gialla e salire fino alla sosta. 2 chiodi di sosta, 35 metri. pp. V, IV.
  2. Seguire la rampa verso destra e sostare su un terrazzino alla base di un diedro con difficoltà superiori. III. 30metri 2 chiodi in sosta.
  3. Seguire la rampa erbosa verso sinistra, salire quindi un diedro (un paio di chiodi) fino alla sosta su albero. 40 metri. III.
  4. Continuare seguendo la rampa (un paio di chiodi), ignorare una sosta su placchette appoggiate, quindi salire il breve diedro e sostare su chiodi. A sinistra un ampio canale. IV, 45m.
  5. Tiro breve, salire il canale fino dove si stringe. Sostare prima che questo diventi un camino. Sosta, 2 chiodi con cordone. 25 metri. IV.
  6. Salire il camino IV+, quindi proseguire verso destra IV+, continuare seguendo la linea logica fino a raggiungere la sosta su 2 chiodi in prossimità di un diedro. 45 m.
  7. Salire l’evidente camino IV+, ignorare sosta intermedia con due chiodi vicini, continuare incontrando 2 chiodi su rampa IV, sosta comoda 2 chiodi. 55 m.
  8. Salire nel camino V, che diventa stretto e si tocca con lo zaino, continuare fino a raggiungere sulla sinistra una sosta a 3 chiodi e la scritta “lotta continua” in rosso ben visibile, 35 m.
  9. Presare attenzione! Salire il camino di Destra il quale si biforca, alla biforcazione andare a sinistra dove la roccia, salire una lama per un paio di metri, ora più facile giungendo su un terrazzino, si continua rientrando nel camino, fino a una sosta su 2 chiodi distanti tra loro (uno a destra e uno a sinistra). 45m. IV+.
  10. Tiro chiave. Continaure lungo il camino fino a quando diviene leggermente strapiombante. qui uscire a destra con un passo di impegnativo (V+). ora su facili rocce risalire fino alla sosta su 2 chiodi.
  11. Proseguire senza via obbligata rimontando rocce abbastanza semplici raggiungendo così la sommità del primo pilastro. Sosta su 1 chiodo e spuncione o clessidra. 35m
  12. Proseguire per rocce semplici sino a raggiungere una sosta con scritta rossa “Potere alle masse” un po sbiadita, continuare per rampa erbosa fino alla base di un diedro con sosta a 3 chiodi.
  13. Salire la parete prima a destra (1 chiodo) poi lungo il diedro (diversi chiodi). Risalirlo. fino ad incontrare una possibile sosta, su chiodi che noi abbiamo evitato, proseguire lungo la rampa che inclina a sinistra. aggirare uno spigolo e giungere così in sosta comoda alla base di un camino. 55 Mt., V, V+, 6 chiodi.
  14. Salire nel canale a sinistra della sosta. Noi abbiamo sostato poco dopo su 2 chiodi. 30m IV.
  15. Ora continuare sempre lungo il camino, abbiamo ignorato una sosta intermedia fino ad arrivare su due chiodi scomodi (forse era meglio proseguire o sostare su cordino attorno ad un masso poco sotto). 50metri.
  16. Continuare seguendo sempre il camino. Verso il suo termine un paio di passi in verticale permettono di raggiungere rocce più semplici e sostare.
  17. Continuare salendo rocce facili fino al pendio detritico. Prestare attenzione ai sassi instabili. Salire la rampa verso destra raggiungendo così la sommità del secondo pilastro. Si sosta su 3 chiodi uniti da cordoni. 35m. pp.IV-, III, II.
  18. Salire lo spigolo sopra la sosta. raggiungere un terrazino e sostare su 2 chiodi. 25m.
  19. Sostarsi leggermente a destra, imboccando un diedro (III) che porta a placche abbattute e portano in cresta. sosta su 1 fix e un chiodo. 55m.

Accesso

Dal rifugio si segue la strada asfaltata in salita, si supera una sbarra, si supera un tornante, qualche metro e si lascia la strada per addentrarsi nel bosco in corrispondeza di una targa commemorativa sulla destra (faccia monte). seguire il percorso 187 fino alla cresta di Capradossa e alla Foce Siggioli. Ora percorrere la ferrata Tordini-Galligani che scende fino ai Cantoni di Neve Vecchia. dirigersi verso la base della parete.

Giunti in prossimità della parete individuare il caratteristico tetto a freccia (così dicono ahah). L’attacco si trova 100m a sinistra del tetto in corrispondenza di un grosso cordone. Occhio, è possibile che siano presenti più chiodi con cordoni. il chiodo con cordone si trovano all’altezza busto e dietro a uno spigolo dopo aver risalito alcune roccette.

Parcheggio

Noi abbiamo parcheggiato qui al rif. Guido Donegani

Discesa

Si scende a piedi lungo il tracciato ben segnato, sentiero n. 37, in direzione delle cave di marmo di Orto di donna e del rifugio Donegani. in mezzo al bosco siamo riusciti a perdere la traccia e abbiamo tagliato in verticale in discesa, ritornando sul sentiero più in basso. È comunque intuitivo.

Equipaggiamento

NDA, Friends una serie fino al 3 bd (molto utili friends medio grandi).
Chiodi e martello non servono per la via.
Qualche cordino in più per collegare chiodi di sosta un po’ distanti tra loro.

Considerazioni Generali

Abbiamo attacato la via di domenica, eravamo i primi e dietro di noi subito un’altra cordata, mentre feci il primo tiro altre due cordate sotto si misero in fila. Era la mia prima via così lunga, volevo e dovevo andare veloce, ma era anche importante non sbagliare strada dalla foga ed avere 3 cordate dietro di certo non mi rese un gran ché sereno, per fortuna dopo i primi tiri avevamo già distaccato di molto la seconda cordata.\ Utilizzammo 2 relazioni per la salita, ad ogni sosta le rileggevamo pedissequamente, quasi a livello maniacale, così arrivammo in cima in 7 ore e mezza, primi della giornata, senza sbagliare o farci superare, e questo, fu sicuramente quello che mi diede più soddisfazione in quella giornata, più della conquiesta della vetta in se.

Photos

     
La parete alle 5 Attacco Foto di vetta
La parete alle 5 Attaco Foto di vetta